INTERNATIONAL HOTEL MOTEL & RESTAURANT SHOW – NEW YORK 2014

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Lo scorso mese di novembre New York ha ospitato la 98^ edizione dell’International Hotel Motel & Restaurant Show, manifestazione che, pur con numeri non ridondanti, rappresenta la più importante fiera USA dei segmenti hôtellerie/alloggio/design.

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Come sempre qualche dato aiuta a capire; 600 espositori specializzati su una superficie attrezzata di 9300m2 c.a. per 16000 visitatori professionali. I prodotti, servizi, design esposti e/o rappresentati sono circa 1400, per diciassette segmenti che vanno dal Food & Beverage all’ Housekeeping & Laundry Equipment. I visitatori provengono da un business alberghiero molto ampio, dalle catene Hotel & Restaurant, Country Club, Bed & Breakfast, Casinò, Alloggi militari, etc. Più specificatamente, il 32% sono Lodging Operators; il 31% Designers, Dealers, Project Developers, il 28% Foodservice Operators, mentre il 9% Educational Institutions. Importante, a mio avviso, sono I livelli di responsabilità dei professionisti che visitano la fiera. Secondo i dati forniti sempre da IHMRS, il 18% sono Corporate level Executives and Owners, 39% Hotel and Foodservice Directors, 24% Hotel and Foodservice Managers, 19% Consultants and Industry Professionals. La cosa fondamentale, poi, è la “traduzione” in pratica dei contatti in fiera. Il 28% ha pianificato progetti nel 2015 per oltre 1.000.000 di $; l’11% fra $500.000 e $1.000.000; 31% fra $50 000 e $500.000; 30% sotto $50.000, (fonte i.h.m.r.s.).

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Nel corso del tempo la manifestazione ha “cambiato pelle”, dalla preminenza del bene strumentale/attrezzature, si è passati all’arredamento e design, infatti, la sezione Boutique Design pur affiancata a IHMRS solo da cinque edizioni si divide in parti pressoché eguali la provenienza dei visitatori professionali. La conferma di questa tendenza giunge anche dall’I.C.E. (Italian Trade Commission) che partecipa alla manifestazione con una sostanziosa presenza nel Boutique Design, oltre che, ovviamente, nel settore tradizionale della ristorazione. L’Agenzia di Miami dell’I.C.E. ha pubblicato un’interessante nota di mercato sul settore alberghiero negli Stati Uniti, dove sono forniti importanti dati, utili per le aziende italiane che vogliono investire negli USA. Dallo studio emerge che nel 2013, ultimo anno disponibile, il fatturato del settore alberghiero è stato di 163 miliardi di $ con un ricavo (al lordo delle tasse) di 41 miliardi di $ con un incremento del 10,2% rispetto all’anno precedente. Inoltre, nell’anno appena concluso, si prevedono un aumento dell’occupazione del 2,6%, un aumento del prezzo medio giornaliero del 4,2% e un aumento del 6,9% del RevPAR (ricavo medio per camera disponibile).

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La ristorazione (cibo e bevande) “legata” all’alberghiero (il 62% dei c.a. 53000 hotel sparsi sul territorio USA fornisce un servizio di ristorazione) rappresenta un valore di oltre 680 miliardi di $ nel 2014. È opportuno precisare che gli Stati Uniti con il 12% sono il primo mercato al mondo, più del doppio della Spagna, 5,6%, seconda a livello globale (dati 2013). D’altronde, i viaggiatori internazionali sono stati nel 2013 circa 70 milioni, con 181 miliardi di $ spesi sul “territorio” e 41 miliardi di $ appannaggio delle compagnie aeree americane. L’anno appena concluso ha coinciso con un rallentamento delle economie globali, ma si prevede di chiudere con un aumento intorno al 3,5% dei visitatori grazie al cambio favorevole con le principali valute e con la maggiore disponibilità dei Paesi in via di sviluppo. Ciò nonostante, a fronte di una crescente domanda, l’offerta di camere si mantiene pressoché stabile, con modesti incrementi; dal 2008, anno della crisi, al 2013, le camere sono passate da 4.626.348 a 4.926543. Le previsioni 2014-2016 indicano, invece, un notevole incremento nelle nuove aperture di Hotel (quasi il doppio rispetto ai tre anni precedenti) vedi tab.1.

Tab.1 Previsioni nuove aperture Hotel 2014/2016

Anno Hotel Camere
2014 630 70249
2015 785 84844
2016 871 97540
Totale 2286 252633

Fonte: http://www.lodgingeconometrics.com

 

 

I.C.E. analizza gli scenari futuri suddividendo in sei trend il mercato alberghiero USA.

 

Segmentazione: DSCF5822

Una rivoluzione nella tradizionale ripartizione, vale a dire che le fasce non saranno più (o non solo) le classiche: economiche, medie e lusso, ma nuove fasce con caratteristiche specifiche legate ad una offerta che possa essere percepita come “unica” o, quantomeno non standard, quindi, giocherà moltissimo la conoscenza che l’industria alberghiera avrà dei gusti e preferenze dei consumatori/visitatori.

 

Millennials:

La generazione “Y” (chi è nato tra gli anni ottanta e i primi anni duemila), rappresenta l’obiettivo dell’industria alberghiera per i prossimi anni (medio termine). Interazione, esplorazione, esperienza, sono i must che muovono i Millennials, compreso il segmento gourmet. Per questo, le catene saranno “costrette” a innovare lobby bar, ristoranti, servizi di ristorazione, etc. in funzione delle esigenze “complessive” di questa categoria di viaggiatori.

 

Evoluzione verso il lusso:

L’esperienza “unica” non è solo un’esigenza dei Millennials, sempre di più una clientela multi generazionale ed esigente, sarà disposta a pagare un prezzo più alto per soggiorni a “privacy totale” che comprendano infrastrutture termali e centri benessere e, cosa nuova, un interlocutore “personale”, una sorta di tuttofare che risolva e soddisfi tutti i problemi ed esigenze del cliente, con buona pace degli anonimi e inefficienti concierge.

 

Tendenza verde:

La sensibilità dei clienti, in questi ultimi anni, verso l’ambiente e la salute è notevolmente aumentata. C’è maggiore considerazione per i cibi naturali e qualitativamente selezionati, oltre che per la salute in generale. Quegli hotel che sapranno “interpretare” questa tendenza con offerte ad hoc, avranno maggiori probabilità di successo.

 

Contatto diretto:

Nonostante la proliferazione degli intermediari on-line, sembra che i clienti preferiranno sempre più il contatto diretto con la struttura, avvalendosi dei giudizi di chi ha già soggiornato in quell’hotel, piuttosto che basarsi sul numero di “stelle”.

 

Velocità e precisione:

Ormai, non si può più prescindere da velocità e precisione; Check-in/out veloci, WI-FI ultra veloce (e gratuito), prenotazioni semplici e rapide, risposte complete e immediate, quelle strutture che non saranno in grado di soddisfare tutto ciò, subiranno lamentele (queste si immediate) sia attraverso i social net, sia nei siti apposta creati dagli intermediari on-line.

 

Fra le “raccomandazioni” alle imprese italiane che vogliono investire in USA, l’eccellenza nel servizio rappresenta il plus di maggior valore. La qualità di un prodotto, come ormai chiaro da tempo, non è sufficiente per giustificare un prezzo più alto rispetto a un concorrente. Il servizio di vendita e post-vendita riveste un’importanza fondamentale per il successo sul mercato: il requisito consegne è ritenuto indispensabile per iniziare un rapporto di fornitura, cosi come l’assistenza tempestiva in caso di problemi.

Una sede o la presenza di un riferimento stabile sul territorio è un altro elemento di spessore che indica una forte volontà alla vendita. L’I.C.E. informa che la legge n.133/2008 (ex L.394/1991) prevede l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato per le aziende italiane che vogliono realizzare una struttura permanente all’estero.

Per non parlare di molti Stati americani che concedono agevolazioni fiscali per le aziende che impiantano una propria sede (rappresentanza, deposito, show-room, etc.) nel loro territorio.

Ecco l’opinione del dr. Giancarlo Albano, funzionario I.C.E.

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“ Alla storica International Hotel Motel & Restaurant Show, si è aggiunta da qualche anno, cinque per la precisione, Boutique Design New York che, a mio avviso, sta diventando il vero core business della manifestazione, in quanto il livello qualitativo è molto alto, soprattutto in relazione all’immagine dell’arredamento alberghiero. In particolare si evidenzia che tutto ciò che investe la visibilità da parte del cliente/ospite è diventata strategicamente importante per i contractors.

L’industria alberghiera americana è la prima al mondo e ci sono forti segnali di una scelta totale sulla qualità, legata anche al tipo di nuova clientela molto pià esigente e disposta a spendere.

L’offerta alberghiera si posiziona, quindi, verso confini molto più ampi che in passato, secondo una filosofia che coinvolge il cliente a trecentosessanta gradi.

In quest’ambito ci sono buone possibilità per le aziende italiane del settore, soprattutto, quelle con un target di produzioni e qualità alte.

Un aspetto che vorrei rilevare è la forte attinenza fra il settore alberghiero in senso classico e la crocieristica. Arredare migliaia di cabine di una nave da crociera significa produrre “su misura”, pur nel rispetto delle economie di scala, anche in considerazione del fatto che, a volte, è necessario realizzare un progetto differente dai propri target di produzione. L’alta gamma del settore consente ampi margini per cui auspico uno sviluppo per le aziende italiane, anche in considerazione del fatto che, ad esempio, nel cruise shipping i numeri non sono altissimi, ma fa tendenza ciò che ha successo in questo segmento; un po’ come avviene con le soluzioni vincenti sperimentate sulle macchine da corsa e, poi, adottate sulle vetture normali.”

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